Trieste (giovedì 23 ottobre 2025) — Chiarezza “una volta per tutte” sul destino dei pini abbattuti e di quelli ancora a rischio nell’ambito del progetto di riqualificazione della baia di Grignano: è la richiesta avanzata dai consiglieri regionali Giulia Massolino (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) e Francesco Russo (Partito Democratico) nel corso di una conferenza stampa svoltasi questa mattina nella Sala gialla del Consiglio regionale.
di Matteo Della Bartola
All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti del Gruppo Riva Massimiliano e Carlotta e del Circolo Verdeazzurro Legambiente Trieste, che hanno formalmente diffidato la Regione dall’abbattere i pini storici situati sul lato sud del porticciolo. Secondo la relazione paesaggistica del marzo 2022, quell’area sarebbe dovuta diventare un’estensione del Parco di Miramare.
Massolino ha ripercorso l’intera vicenda, ricordando come lo scorso febbraio siano stati improvvisamente abbattuti 12 pini nella parte nord del porticciolo, nonostante le dichiarazioni della Giunta regionale che assicuravano la salvaguardia degli alberi tramite tecniche innovative già adottate altrove.
“È stato uno scempio intollerabile – ha affermato la consigliera – per cui ho subito presentato un’interrogazione. Da quella risposta abbiamo appreso l’intenzione di procedere in autunno con ulteriori abbattimenti sul lato sud”.
In seguito, Massolino e le associazioni hanno richiesto l’accesso agli atti per visionare il progetto e le sue varianti. Parallelamente, è stata lanciata una petizione popolare che in meno di un mese ha raccolto migliaia di firme, portata all’attenzione del Consiglio regionale a fine settembre.
Russo ha ricordato di aver presentato “alla prima occasione utile” un’interrogazione a risposta immediata, chiedendo alla Giunta Fedriga di accogliere la richiesta di tutela avanzata dai cittadini. «La risposta è stata deludente – ha dichiarato –: la Giunta ha fornito dati errati sia sul numero di alberi abbattuti sia sui parcheggi, che sembrano essere la sua unica preoccupazione”.
I due consiglieri hanno poi annunciato di aver presentato un ordine del giorno durante la recente manovra finanziaria, confidando nel suo accoglimento. “L’assessora alle infrastrutture Cristina Amirante aveva dichiarato che si stavano valutando soluzioni alternative per la parte sud – hanno ricordato Massolino e Russo –. Tuttavia, la Giunta ha respinto la nostra proposta e la maggioranza ha votato compatta contro”.
Durante la conferenza stampa, Enza Pagano, portavoce del Gruppo Riva Massimiliano e Carlotta, ha sottolineato le incongruenze riscontrate nei documenti progettuali: “Abbiamo scoperto che fin dal progetto iniziale era previsto l’abbattimento di oltre la metà degli alberi, anche se questo non era mai stato dichiarato apertamente. A nord sarebbero dovuti restare 4 pini su 12, a sud 6 su 12. Poi si è deciso di eliminare tutti i pini a nord, giustificando la scelta con la presenza di una soletta di calcestruzzo che avrebbe ostacolato le radici. Ma come è possibile che non si sia trovata una soluzione alternativa compatibile con l’autorizzazione paesaggistica?”.
Sulla stessa linea Renato La Rosa, referente per il verde del Circolo Verdeazzurro Legambiente Trieste, che ha parlato di “contraddizioni evidenti tra gli obiettivi del progetto e gli interventi effettivamente eseguiti”.
“Le relazioni tecniche riconoscono il valore estetico e ambientale dei pini e l’importanza della loro tutela – ha spiegato –. Nel decreto di approvazione del progetto esecutivo non è citata alcuna autorizzazione all’abbattimento, e i pareri positivi risultano rilasciati su una versione del progetto che non prevedeva tagli”.
Le associazioni e i consiglieri chiedono ora di rendere pubblica tutta la documentazione relativa alle autorizzazioni paesaggistiche: quella che avrebbe consentito l’abbattimento dei primi 12 pini sul lato nord, quella per i successivi 4 alberi rimasti nella stessa area, e infine quella che dovrebbe legittimare i futuri abbattimenti sul lato sud del porticciolo.
“Solo con la piena trasparenza – hanno concluso – sarà possibile restituire fiducia ai cittadini e chiarire le reali responsabilità di quanto accaduto nella baia di Grignano”.
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