Trieste (domenica 19 ottobre 2025) — Il Centro didattico di Basovizza cambia gestione: il Comune di Trieste ha infatti ceduto la struttura alla Regione Friuli Venezia Giulia, che ne diventa proprietaria a titolo gratuito. Tra le ipotesi per il futuro spicca quella di trasformare l’edificio nella sede operativa del Geoparco del Carso-Kras, progetto già annunciato nei mesi scorsi.
di Matteo Della Bartola
La decisione di trasferire la gestione nasce dalla necessità di risolvere una serie di criticità tavolari e catastali legate all’immobile. “Con questa operazione garantiamo la continuità alle funzioni didattiche del centro”, ha dichiarato l’assessore regionale Pierpaolo Roberti Callari.
La Regione ha spiegato che l’acquisizione “riguarda diverse particelle catastali che entreranno a far parte del patrimonio regionale per finalità di interesse pubblico”. Sarà l’amministrazione regionale a definire le pratiche catastali e a sostenere gli oneri relativi al passaggio di proprietà. La regolarizzazione dell’assetto proprietario consentirà – sottolinea la nota – “una gestione unitaria ed efficiente delle strutture e delle attività a servizio di scuole, cittadini e turisti”.
La Regione aveva già finanziato la ristrutturazione dell’immobile, e con questa operazione ne diventa a tutti gli effetti proprietaria.
L’idea di ospitare all’interno della struttura la sede operativa del Geoparco del Carso-Kras era stata avanzata nel gennaio 2025 dall’assessore all’Ambiente Fabio Scoccimarro, che in una nota ufficiale aveva segnalato la possibilità di istituire il presidio “salvo diversi accordi in sede di convenzione con i Comuni di Monfalcone e San Dorligo della Valle-Dolina”.
Secondo quanto trapela, questa ipotesi è tuttora in piedi e trova il favore della Regione anche in ottica di sviluppo turistico del territorio carsico.
Il centro didattico di Basovizza è chiuso dal 2020, anno in cui sui social nacque il gruppo “Salviamo il centro didattico di Basovizza”, che oggi conta oltre duemila sostenitori.
A metà settembre, la consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, Giulia Massolino, aveva formalmente chiesto alla giunta regionale di chiarire le motivazioni della chiusura e le prospettive di riapertura: “L’investimento di ingenti risorse pubbliche, così come l’impegno di chi si è dedicato con passione a questo luogo, non può essere abbandonato – aveva dichiarato –. Le attività che oggi si svolgono all’esterno scontano l’assenza di strutture coperte e servizi igienici, rendendo difficile garantire una continuità didattica e ricreativa”.
La partita per il futuro del centro è dunque ancora aperta: con il passaggio alla Regione, si apre ora la strada a una riqualificazione funzionale che potrebbe restituire alla comunità uno dei poli educativi più importanti del Carso triestino.
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