Staranzano (martedì 21 ottobre 2025) — È stato siglato nel municipio di Staranzano il documento d’intenti verso il Contratto di Fiume Isonzo, un atto che segna l’inizio di un percorso strategico per la gestione sostenibile e condivisa di uno dei fiumi più significativi del Friuli Venezia Giulia e dell’intera area transfrontaliera.
di Matteo Della Bartola
“Non si tratta di una firma qualunque, ma dell’avvio di un percorso che mira a costruire una governance forte, moderna e condivisa per un fiume che non appartiene a un solo territorio, ma a due Stati, due comunità e due culture profondamente intrecciate”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro. “La Regione sosterrà con convinzione e continuità questo processo”.
Alla sottoscrizione del documento hanno preso parte, oltre alla Regione Friuli Venezia Giulia, l’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, i Comuni di Gorizia, Farra d’Isonzo, Fiumicello Villa Vicentina, Fogliano Redipuglia, Gradisca, Grado, Mariano del Friuli, Ronchi dei Legionari, Ruda, Sagrado, San Canzian d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Savogna d’Isonzo, Staranzano, Turriaco e Villesse, gli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti della provincia di Gorizia, Irisacqua, i Consorzi di Bonifica della Venezia Giulia e della Pianura Friulana, e diverse associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, l’Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann, Lacus Timavi, Punta Barene e Co.Na (Associazione per la Conservazione della Natura).
«L’Isonzo è un fiume sacro alla Patria, ma è anche un fiume vivo, che attraversa riserve naturali, aree di pregio ambientale e territori ricchi di identità locali – ha sottolineato Scoccimarro –. Proteggerlo significa investire nella sicurezza idraulica, nella qualità delle acque, nella biodiversità e in uno sviluppo territoriale sostenibile fondato sulla mobilità dolce e sulla valorizzazione culturale e ambientale».
Uno degli elementi chiave del contratto di fiume è il suo carattere transfrontaliero. La Regione ha inserito nel documento un obiettivo specifico: attivare il dialogo con il Ministero degli Affari Esteri e valorizzare il ruolo della Commissione mista italo-slovena per l’idroeconomia, istituita dall’Accordo di Osimo del 1975. In questa sede si affronteranno nodi cruciali come la gestione delle portate e le derivazioni idroelettriche, fattori che incidono direttamente sull’equilibrio ecologico e idrologico del fiume.
Un tema particolarmente delicato è quello della diga di Solkan, che da anni suscita l’attenzione delle comunità locali per il suo impatto sui flussi idrici a valle. Anche su questo fronte, il Contratto di Fiume si propone come uno strumento utile per far emergere le istanze dei territori, creando un canale di dialogo istituzionale strutturato.
Scoccimarro ha infine ringraziato la senatrice Francesca Tubetti per il lavoro di sensibilizzazione svolto presso il Governo, in particolare verso la Farnesina: “Grazie a questo dialogo politico-istituzionale, il Contratto di Fiume potrà rafforzare la capacità negoziale del nostro territorio nei confronti della controparte slovena, rendendo più efficace anche l’attività della Commissione mista”.
Con la firma del documento d’intenti, l’Isonzo si avvia a diventare non solo un simbolo naturale di grande valore, ma anche un modello di cooperazione internazionale, sviluppo sostenibile e partecipazione attiva delle comunità locali.
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