Trieste — Dopo la pubblicazione dell’Indice della Criminalità del Sole 24 Ore, che colloca Trieste al 12° posto in Italia per incidenza di delitti denunciati — 4.578 ogni 100mila abitanti, con un incremento dell’8,37% rispetto al 2023 —, si accende il dibattito politico. Dalle opposizioni, sia a livello nazionale che regionale, arrivano commenti duri e richieste di interventi immediati per affrontare quella che viene definita una “situazione allarmante” per la sicurezza cittadina.
di Matteo Della Bartola
“È inquietante trovare Trieste così piazzata, anche se non può sorprendere” – ha dichiarato la senatrice Tatjana Rojc (Partito Democratico). “Da tempo i cittadini percepiscono un deterioramento della sicurezza in città, a cui forse non sono state date risposte adeguate, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine. Serve un’azione capillare di prevenzione e repressione, integrata con misure sociali, di integrazione e urbanistiche. Altrimenti si rischia di gonfiare i muscoli ai valichi di confine, mentre in città crescono i fenomeni criminali.”
Sulla stessa linea la deputata Debora Serracchiani, che ha criticato la reazione della Lega ai dati del Sole 24 Ore: “Sono penose le proteste della Lega, come se al Viminale non ci fosse un loro ministro e il segretario non fosse vicepremier. Dopo tre anni di governo, non funziona più il trucchetto dello scaricabarile. Se vogliono fare qualcosa, mettano più fondi in legge di bilancio per le forze dell’ordine — sempre che il ministro dell’austerità Giorgetti glielo consenta.”
Da Piazza Oberdan, il capogruppo Massimo Moretuzzo e la consigliera Giulia Massolino (Patto per l’Autonomia-Civica FVG) hanno espresso preoccupazione in una nota congiunta: “Cosa pensano il vicepresidente Anzil e la maggioranza di centrodestra dei dati pubblicati sull’indice di criminalità in regione e in particolare su Trieste? Leggere che la città è tra le prime in Italia per numero di reati è motivo di seria preoccupazione. Tutti i livelli istituzionali devono interrogarsi per capire come invertire la tendenza e lavorare sulla prevenzione.”
I due esponenti autonomisti hanno inoltre criticato il doppio standard politico della maggioranza regionale: “Ci auguriamo che questi dati servano da spunto di riflessione per chi, nei mesi scorsi, ha attaccato l’amministrazione comunale di Udine solo perché non politicamente allineata, senza mai dire una parola sulla situazione di Trieste. Soffiare sulle paure dei cittadini è un atteggiamento politicamente irresponsabile.”
Intanto, dal livello locale, il Partito Democratico di Trieste torna a chiedere il ripristino del poliziotto di quartiere. La segretaria cittadina Maria Luisa Paglia ha citato gli ultimi episodi di cronaca che hanno interessato il centro storico: “Nella notte del 2 novembre un altro locale è stato danneggiato in zona Cavana, dietro Piazza Unità. Si aggiunge alle risse tra giovanissimi in via Torino, agli atti di vandalismo in via Cadorna e alla rapina sulle Rive del 31 ottobre. Nonostante l’intervento interforze che ha identificato circa duecento persone, è evidente che Trieste vive un’emergenza sicurezza che ormai tocca anche il cuore della città.”
Paglia ha concluso sottolineando che la sicurezza non può basarsi solo su videosorveglianza e retorica: “La sicurezza non si costruisce con le telecamere o i proclami, ma con persone presenti nei quartieri, progetti educativi e una comunità che si sente parte della soluzione.”
Con i dati del Sole 24 Ore che collocano Trieste al vertice regionale per criminalità e tra le prime quindici province italiane, la città torna dunque al centro del dibattito politico sulla sicurezza, tra richieste di maggiore presenza dello Stato e accuse di gestione inefficace da parte della maggioranza.
Tag: critiche, indagine criminalità, opposizione, Trieste Last modified: Novembre 4, 2025

