(Trieste, lunedì 26 maggio 2025) — Il caso Unabomber, che ha terrorizzato il Nord Est italiano negli anni ’90, subisce un nuovo rallentamento: concessi ulteriori 60 giorni per il deposito dei risultati della perizia, aumentando il rischio di prescrizione per molti degli attentati.
di Matteo Somma
Il Tribunale di Trieste ha accolto la richiesta di proroga avanzata dai periti incaricati, l’antropologa molecolare forense Elena Pilli e l’ex comandante del RIS di Parma Giampietro Lago. La nuova scadenza per la consegna della perizia è ora fissata tra due mesi, un ulteriore slittamento rispetto alla precedente data del 24 maggio.
I periti stanno analizzando nuovi reperti, tra cui un capello bianco rinvenuto vicino a un ordigno esploso in un supermercato di Portogruaro e altri due capelli trovati a San Stino di Livenza. Vi sono inoltre peli rimasti attaccati al nastro adesivo di un’altra bomba. L’obiettivo è confrontare il DNA estratto da questi reperti con quello delle 11 persone attualmente iscritte nel registro degli indagati.
Tuttavia, i continui rinvii stanno avvicinando pericolosamente la scadenza dei termini di prescrizione per la maggior parte degli attentati, con l’unica eccezione dell’esplosione avvenuta a Porto San Margherita, Caorle, il 6 maggio 1996. La comunità e i familiari delle vittime attendono con ansia sviluppi concreti in un’indagine che dura ormai da decenni.
Last modified: Maggio 26, 2025