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Spacciatori a piede libero, truffatori intoccabili: il disagio delle forze dell’ordine e la giustizia a due velocità

Trieste (lunedì 20 ottobre 2025) — Una brillante operazione dei Carabinieri di Trieste si è conclusa nei giorni scorsi con l’arresto di un giovane spacciatore kosovaro, trovato in possesso di circa 200 grammi di cocaina – per un valore stimato di 20 mila euro – oltre a un bilancino di precisione e un coltello. Un colpo al microtraffico locale, frutto di un’indagine lunga e articolata, portata a termine con grande professionalità.

di Matteo Della Bartola

Eppure, al termine del blitz, non è arrivato l’esito che molti si aspettavano. Il giovane, incensurato, non è stato tradotto al carcere del Coroneo ma sottoposto al solo obbligo di firma, come deciso dal Gip del Tribunale di Trieste. Una scelta che, pur rientrando nelle prerogative della magistratura, ha suscitato frustrazione tra gli operatori delle forze dell’ordine, costretti a vedere vanificato – almeno in parte – il risultato del proprio lavoro.

Il caso non è isolato. Nella realtà triestina, tra spacciatori e altri soggetti coinvolti in reati gravi o meno, la detenzione in carcere è sempre più rara, complice anche l’abnorme sovraffollamento della casa circondariale Sergio Mari. A fronte di arresti spesso difficili e rischiosi, le misure cautelari applicate si riducono a obblighi di firma, domiciliari o altre forme di controllo meno stringenti, che difficilmente rispondono al senso di giustizia percepito dall’opinione pubblica.

Questo meccanismo si ripete anche con i passeur – soggetti che favoriscono l’immigrazione clandestina – e con i trafficanti di stupefacenti. In molti casi, non passano nemmeno una notte in cella, nonostante siano colti in flagranza o coinvolti in dinamiche criminali ben strutturate.

La risposta giudiziaria appare spesso inadeguata. Anche espressioni come “denunciato a piede libero”, sempre più frequenti nei comunicati stampa, iniziano a creare un solco tra istituzioni e cittadini, alimentando una sensazione di impunità diffusa.

A peggiorare il quadro, si aggiunge la cronica lentezza nella comunicazione istituzionale. Emblematico il caso avvenuto a Gradisca, dove un ladro è stato arrestato nella notte tra l’1 e il 2 ottobre, dopo una colluttazione con i Carabinieri. Solo il 18 ottobre – oltre due settimane dopo – la notizia è stata diffusa ufficialmente, senza alcun aggiornamento sulle condizioni dell’arrestato o sul suo stato di detenzione. Informazioni essenziali che, nella maggior parte dei casi, restano oscurate o non vengono fornite affatto.

Intanto, sui giornali si leggono le prime reazioni alla nuova fase della riforma della giustizia voluta dal ministro Carlo Nordio, che secondo molti rischia di depotenziare ulteriormente gli strumenti a disposizione della magistratura e delle forze dell’ordine. “Sarà vietato arrestare ladri, pusher e truffatori”, titolano alcune testate, interpretando le modifiche alle misure cautelari come un segnale di debolezza, a fronte di una criminalità sempre più organizzata e rapida nell’adattarsi.

Il mondo delle truffe telefoniche e digitali è un esempio lampante di questo squilibrio. Le indagini condotte negli ultimi anni, anche a Trieste, hanno messo in luce una rete ramificata di truffatori – spesso con base tra Napoli e Caserta – che agiscono in tutta Italia, rubando milioni di euro con raggiri ben orchestrati.

Secondo quanto emerso in indagini come “Fumo del Vesuvio”, coordinate dal pubblico ministero Federico Frezza, per ottenere le intercettazioni – strumento essenziale – si è costretti a contestare reati più gravi, perché la semplice truffa viene ancora considerata un reato “minore”. Una visione ormai fuori dal tempo, che non tiene conto della pericolosità reale di queste organizzazioni.

Il risultato è quello di una giustizia a due velocità: lenta, burocratica e poco trasparente da una parte; veloce, spregiudicata e spesso impunita dall’altra. Le forze dell’ordine continuano a operare con dedizione, ma si trovano a combattere a mani legate, tra carceri pieni, comunicazioni inefficaci e leggi che non sempre supportano il contrasto al crimine.

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Tag: , , , , , Last modified: Ottobre 20, 2025
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